giovedì, 02 maggio 2024

Dalla Chiesa parrocchiale San Lorenzo

Santa Messa II Domenca di Pasqua

 

Dalla Chiesa parrocchiale San Lorenzo

Santa Messa Domenca di Pasqua

 

Dalla Chiesa parrocchiale San Lorenzo

Messaggio augurale di Buona Pasqua

 

Dalla Chiesa parrocchiale San Lorenzo

Preparazione alla Settimana Santa

 

Dalla cappella delle suore Figlie di Sant'Anna

Annunciazione del Signore

 

Primo concorso

Presepi nella case Natale 2019

 

 

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Notte veramente beata

il Messaggio per la Pasqua 2021

 

Che ne è della nostra casa?

Il Messaggio per il nuovo Anno pastorale 

 

... alle Comunità cristiane e ai loro pastori

Messaggio Pasquale

 

... alle famiglie:

"siate piccole chiese domestiche"

 

Atto di Affidamento

alla Madonna di Monte Berico

 

... ai ragazzi e ragazze

che attendono la Festa del Perdono

 

... ai ragazzi e ragazze

che attendono di ricevere la Prima Comunione

 

... ai ragazzi e ragazze

che attendono il rito della Cresima

 

S Matteo evAnno "A" secondo San Matteo

 

Citando Mons. Paglia possiamo affermare che «i Vangeli sono il tesoro più prezioso della Chiesa. In essi è contenuta la Parola viva che accompagna quotidianamente il credente e ogni generazione è chiamata ad accoglierla e a confrontarsi con essa».

 

Chi è San Matteo?

Nato negli ultimi anni del I secolo avanti Cristo a Cafarnao, in Galilea, San Matteo, chiamato anche Levi, in quanto pubblicano appartiene alla categoria degli esattori delle tasse, una tra le più odiate da parte del popolo ebraico.

I pubblicani, inoltre, sono indicati come peccatori, poiché venerano l’imperatore: al popolo ebraico, infatti, i sacerdoti impediscono di toccare le monete romane che recano l’effigie dell’imperatore, per non violare il primo comandamento. L’incontro tra Matteo e Gesù viene raccontato da Marco: il maestro passa di fianco a Levi, vicino al suo banco all’aperto, poco dopo essersi reso protagonista della guarigione di un paralitico, e gli ordina di seguirlo: Matteo, semplicemente, si alza e lo segue, lasciando tutto, prima di tenere un banchetto al quale invita Gesù e numerosi pubblicani, oltre ad altri peccatori pubblici. Abbandonati tributi, tasse, monete e finanze, egli viene scelto da Gesù per far parte dei dodici apostoli (e infatti appare in quanto tale nelle liste tramandate dai tre vangeli sinottici).

Della vita di San Matteo si conosce molto poco: la fonte principale è rappresentata dal suo Vangelo, scritto non in greco ma in ebraico, o lingua paterna (cioè l’aramaico che a quei tempi si parlava in Palestina), come se egli avesse voluto parlare prima di tutto ai cristiani di origine ebraica, presentando loro gli insegnamenti di Gesù. Nella sua opera, Matteo collega continuamente richiami all’Antico Testamento con parole, fatti e gesti di Gesù, in maniera tale da evidenziare la provenienza di Cristo e lo scopo per cui è sceso in terra.

E’ Matteo stesso a riportare, nel suo Vangelo scritto dopo la Pentecoste, le parole di Gesù: “Se fai elemosina, la tua sinistra non deve sapere ciò che fa la destra: l’elemosina deve restare segreta”.

Il suo Vangelo, che si propone soprattutto di identificare Gesù nel Messia destinato a portare a compimento le promesse dell’Antico Testamento, è destinato agli Ebrei, per sopperire alla sua mancanza verso le altre genti.

Citato negli Atti degli apostoli insieme con gli altri Apostoli immediatamente dopo l’Ascensione di Gesù al Cielo, è presente anche nel momento in cui viene eletto Mattia al posto del traditore Giuda Iscariota. Non solo: si ha testimonianza della sua presenza anche quando, il giorno della Pentecoste, Pietro rivolgendosi alla folla dichiara che Gesù è Signore e Cristo.

San Matteo, dopo aver predicato in Palestina, muore in Etiopia il 24 gennaio del 70.

 
Meditiamo il Vangelo di Matteo 
Nella storia del cristianesimo, il Vangelo di Matteo, è stato senz’altro il vangelo più popolare, più letto e commentato e, anche se quello di Marco è considerato il primo in origine cronologico, l’opera di Matteo rimane una presenza capitale all’interno della Chiesa, che la propone spesso nella liturgia e nella catechesi.

Nella composizione dei singoli vangeli, ogni evangelista ha una sua prospettiva, segue un suo progetto, disegna un suo ritratto della figura di Cristo, risponde alle esigenze della comunità cui indirizza il suo racconto. Per Matteo si pensa a destinatari di origine ebraica convertiti al cristianesimo, legati alle loro radici, ma spesso in tensione con gli ambienti da cui provenivano.

Si spiega, così, la ricchezza delle citazioni, delle allusioni e dei rimandi all’Antico Testamento nel vangelo di Matteo. In questa linea si può interpretare il rilievo dato ai primi cinque libri biblici - conosciuti come Pentateuco o Torah - che costituiscono la legge per eccellenza. Gli insegnamenti di Gesù sono raccolti in cinque grandi discorsi: il primo ha come sfondo un monte -  ed è perciò chiamato il Discorso della montagna (capitoli 5-7) - e può essere interpretato in riferimento al Sinai: Cristo non è venuto ad abolire la legge di Mosè ma a portarla a pienezza.

Il regno di Dio è il tema centrale della predicazione e dell’azione di Gesù. Nel secondo discorso, detto “missionario” (capitolo 10), il regno è annunziato, accolto e rifiutato. Nel terzo, il discorso in “parabole” (capitolo 13), il regno è descritto nella sua crescita lenta ma inarrestabile nella storia. Nel quarto discorso (capitolo 18) è la Chiesa - un argomento caro a Matteo - che diventa il segno del regno durante il cammino della storia, nell’attesa che esso giunga a pienezza nella salvezza finale (quinto discorso, “escatologico”, capitolo 24).

Questa struttura fondamentale (i 5 discorsi) è preceduta da due blocchi importanti: il vangelo dell’infanzia (cc. 1-2) e la presentazione di Gesù in pubblico: battesimo e tentazioni (cc. 3-4).

Questa è l’opera di Matteo: un grandioso abbozzo della storia di Cristo, della Chiesa e del regno.

 

nuovo messale romano

TESTI RINNOVATI PER CELEBRARE L'EUCARISTIA

«Nella Chiesa tutto nasce dall’esperienza dell’Eucaristia e tutto vi ritorna nella gioia sempre nuova di un incontro che tutto assume, trasforma e armonizza….Sappiamo che non basta cambiare i libri liturgici per migliorare la qualità della Liturgia. Fare solo questo sarebbe un inganno. Perché la vita sia veramente una lode gradita a Dio, occorre, infatti, cambiare il cuore». Papa Francesco Roma, 8 gennaio 2020

 

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SanLucaAnno "C" secondo San Luca

 

Citando Mons. Paglia possiamo affermare che «i Vangeli sono il tesoro più prezioso della Chiesa. In essi è contenuta la Parola viva che accompagna quotidianamente il credente e ogni generazione è chiamata ad accoglierla e a confrontarsi con essa».

 

Chi è Luca?

Luca era nato ad Antiochia da famiglia pagana, ed esercitava la professione di medico. Ad Antiochia, Luca aveva conosciuto Paolo di Tarso, qui condotto da Barnaba per formare alla fede la nuova comunità composta da ebrei e pagani convertiti al cristianesimo. Luca diventa discepolo degli apostoli e Paolo lo cita in alcune sue lettere, chiamandolo "compagno di lavoro" (nella lettera a Filemone, 24) e indicandolo nella Lettera ai Colossesi 4,14 come "caro medico".

Mentre in un duro carcere attende il supplizio, Paolo scrive a Timoteo che tutti ormai lo hanno abbandonato, eccetto uno: "solo Luca è con me" (4,11). E questa è l’ultima notizia certa dell’evangelista.
Luca sente parlare per la prima volta di Gesù nel 37 d.C., quindi non ha mai conosciuto Gesù se non tramite i racconti degli apostoli e di altri testimoni: tra questi ultimi dovette esserci Maria di Nazareth, cioè la madre di Gesù, poiché le informazioni sull'infanzia di Gesù che egli ci riporta sono troppo specifiche e quasi riservate per poterle considerare acquisite da terze persone. Inoltre è l'unico evangelista non ebreo. Il suo emblema era il toro, ovvero il vitello o il bue, secondo varie tradizioni e interpretazioni.
Morì all'età di 84 anni e sarebbe stato sepolto a Tebe (Grecia), capitale della Beozia.

 
Meditiamo il Vangelo di Luca 
La lettura del vangelo di Luca diventa ancor più significativa in funzione del Giubileo straordinario della Misericordia che papa Francesco aprirà ufficialmente l’8 dicembre. Ma cosa ha di speciale il Vangelo di Luca?  Luca si trovava in una condizione simile alla nostra, ossia era un discepolo di Gesù che non aveva mai conosciuto di persona il Maestro, ma aveva creduto alle parole di coloro che lo avevano incontrato.
Abbracciata la fede in Cristo, Luca raccolse quante più informazioni possibili su Gesù.
Le fonti a cui attinse per scrivere il suo Vangelo furono principalmente tre: il Vangelo di Marco, i lòghia (ossia i “detti” di Gesù) e infine i racconti relativi all’infanzia di Gesù derivanti da altre tradizioni a lui note. La grande originalità del suo racconto è da ricercarsi principalmente nella profonda rielaborazione che Luca operò nell’organizzazione del materiale e nella sua strutturazione. Altra grande peculiarità è la costante sottolineatura dell’amore per Dio e per il prossimo che ogni credente deve avere, e la grande importanza attribuita alla preghiera nella vita del cristiano al cospetto di un Dio la cui misericordia è infinita. Per questo molti chiamano il suo racconto “Vangelo della misericordia”.

Il Vangelo di Luca è letto in modo continuo nella liturgia domenicale dell’anno C. Ma la sua presenza è rilevante in ogni anno liturgico, sia all’interno della celebrazione eucaristica, nella Liturgia della Parola, sia nella Liturgia delle Ore. Se poi si tiene conto anche degli Atti degli apostoli, è davvero impressionante l’impatto dell’opera lucana nella celebrazione della salvezza e, di conseguenza, nella spiritualità di tutta la chiesa.

 

La figura di Gesù tratteggiata da Luca è ricca e articolata e, ovviamente, nelle sue linee fondamentali è comune anche agli altri vangeli. Tuttavia ci sono sottolineature particolari, come ad esempio l’universalità, la predilezione per i poveri, la misericordia e il perdono. Uomo di chiesa e di tradizione, Luca è anche uomo dai vasti orizzonti e di delicata sensibilità, specialmente nei confronti dei peccatori, degli emarginati, dei pagani e dei poveri.